mercoledì 26 febbraio 2025

Tu chiamale se vuoi emozioni (parte 2)



Nuovo appuntamento con le testimonianze, le emozioni, le paure e le gioie dei nostri runner sulla regina delle corse: la maratona. Anche questa volta la mia intenzione era quella di non leggerla in anticipo ma l'occhio mi è caduto su due parole nella prima parte del racconto che ci ha mandato la nostra Francy: "tunnel" e "buio".  E così ho avuto netta la sensazione che avrei potuto trovarci un qualcosa che mi avrebbe portato a qualche anno fa. Ricordi, sensazioni, sfumature.

Permettetemi perciò una piccola parentesi personale: è bello vedere e constatare come lo sport (non necessariamente la corsa, per carità) possa si diventare una sorta di ancora di salvezza, di ultima spiaggia ma che soprattutto (cosa fondamentale) ti possa dare l'opportunità di ripartire da zero. Lasciare alle spalle. Ricominciare. E' come cancellare o gettare via un foglio sporco o con un disegno venuto male e riprenderne uno bianco, pulito, nuovo dove poter ripartire e tornare a scriverci su, disegnarci su, raccontarci su, immaginarci su.

Basta così. spazio al racconto. Spoiler: è bello. Bello.


Colpo di fulmine

 
Premessa: Nel 2019 attraverso un periodo buio della mia vita.
 
Febbraio 2019
Una domenica pomeriggio, seduta sul divano, penso e ripenso a cosa potrei fare per uscire da questo tunnel maledetto. Mi viene in mente un sogno che avevo da piccolina: La maratona di New York.
Subito cerco su internet info. Senza pensarci due volte, mi iscrivo.
Nei giorni seguenti comincio a leggere articoli su come preparare una maratona. Nel frattempo, comunico alle mie amiche, Simona e Francesca, la mia decisione. Ricordo ancora la telefonata e la loro risposta: “Ok, veniamo anche noi. Facciamo questo viaggio a New York!” (Solo a distanza di anni scopro che la loro volontà di accompagnarmi non era per supportarmi, ma semplicemente per soccorrermi in caso d’infarto)
Comincia la magia.
Inizio a correre km e km da sola con me stessa e scopro una cosa incredibile; tutte le volte che le gambe cominciano a girare la mia testa inizia a pensare. Penso e riaffiorano ricordi di quando ero piccola. Tutti ricordi che avevo rimosso perché la maggior parte di essi sono eventi brutti. Mi rendo conto che queste cose non mi spaventano, anzi capisco che devo lasciare emergere tutto.
Corro ogni giorno, e ogni giorno faccio i conti con me stessa. Non ho paura di ciò che viene a galla perché mentre corro è come se non avessi paura di nulla. Inizio ad analizzarmi e scopro una persona diversa. Scopro tante belle qualità, sto bene come non succedeva da anni.
Qui capisco che la corsa mi sta salvando.
Nel frattempo, arriva il fatidico giorno 31 ottobre 2019, si parte!
 
3 novembre 2019
Ore 9:30 sono sul ponte di Verrazzano, mi guardo intorno è l’atmosfera è pazzesca!
Sin dai primi km sento le urla dei tifosi, è un’emozione incredibile. Io non mi preoccupo più di nulla, il tempo non mi interessa e fra l’altro ho un orologio che non so nemmeno come funzioni, me ne frego!
Mi godo ogni km, corro e basta!
42 km con il sorriso, felice di percorrere quelle strade ma il bello deve ancora arrivare:
Il traguardo!
Appena supero la linea dell’arrivo sento le lacrime scendere sul mio volto, guardo il cielo e penso che non può essere la mia unica maratona. Ci siamo innamorate, lei mi ha dato tutti gli strumenti per diventare una persona migliore ed io ho ancora molto da lavorare su me stessa. È scattato un colpo di fulmine!
 
 
Da allora ho continuato a correre, non mi sono più fermata.
Ho conosciuto persone fantastiche, ad esempio Antonella Raiola. Lei è diventata la mia compagna di corsa, quella persona con cui ti alleni ogni giorno. Tra noi c’è una bellissima e sana competizione. Spesso nei nostri allenamenti ci sproniamo a vicenda, ci sfidiamo, vinciamo e perdiamo. Sempre con lo spirito giusto. Sono certa che alcuni obiettivi non sarei stata in grado di raggiungerli senza la sua presenza.
Vi ho raccontato della mia prima maratona e vorrei aggiungere anche 2 parole riguardo la mia ultima maratona:
Valencia 2024
Qui è stato tutto più complicato! Avevo un obiettivo, avevo un orologio a cui rendere conto e avevo una grande sfida; vincere contro me stessa. Il mio peggior avversario è proprio la mia testa.
Già intorno al km 20 comincio a cedere, le gambe non vanno e i pensieri sono negativi. Mi fermo, rifletto e prometto a me stessa che avrei vinto. Ricomincio a correre con una determinazione mai avuta. Supero il km 35 e sto bene, nessuna crisi. Questo mi da ancora più forza.
Supero il km 40 e ora ho la consapevolezza che sto vincendo, ho battuto me stessa. La soddisfazione più grande che io abbia mai avuto, non per il personal best ma per aver avuto il pieno controllo della mia testa. Questo per me è una grande vittoria!
 
 
La corsa merita sempre il mio miglior sorriso, mi ha salvata, mi ha cambiata, mi ha migliorata.
 
Permettetemi un’ultima cosa, colgo l’occasione per ringraziare la prof. Isa Palazzeschi, lei è l’artefice di tutto.

Keep on running!

LC







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