venerdì 14 marzo 2025

Tu chiamale se vuoi emozioni (parte 3)


Terzo appuntamento con i racconti dei nostri maratoneti; le loro emozioni, le loro paure e i loro pensieri nell'affrontare quei 42 km di fatica. Un continuo esercizio fisico e mentale, passo dopo passo, metro dopo metro. Testa e gambe che devono fare lavoro di squadra per portare a termine l'obiettivo prefissato. Leggendo le testimonianze pubblicate sino ad oggi c'è una parola chiave che le accomuna; emozione. Quella cosa che dovrebbe essere l'essenza del nostro essere e alla quale puntiamo ogni volta che ci infila un paio di scarpe da corsa. Dovesse mancare vuol dire che abbiamo sbagliato o stiamo sbagliando qualcosa.

Oggi è la volta del nostro Alberto, della sua maratona (la prima!) di Firenze. Parola a lui e buona lettura!

Pensieri lunghi 42 km

Una lacrima solca il mio viso dopo tanti anni e dopo aver completato 42,195 km di corsa. Non avrei mai pensato di festeggiare così la mia prima maratona ma è successo. E' un susseguirsi di emozioni, a partire dal fare la valigia, prendere il treno e ritirare il pacco gara. La sera prima di tranquillità assoluta, una cena leggera e “a letto presto” visto la sveglia delle 7.

Non avrei mai pensato di vedere così tanta partecipazione: Via dei Calzaiuoli è gremita di gente e vedo, sullo sfondo, il magnifico Duomo di Firenze. Tutti siamo sulla griglia di partenza, infreddoliti ma carichi per la grande sfida che ci aspetta.

Poi lo sparo, i primi km in cui la bellezza del centro città mi riempie gli occhi di gioia e mi fa correre leggero, con un ritmo costante seguendo i pacer. ognuno affronta la sfida come meglio crede, chi parla, chi con le cuffie e la musica a palla e chi corre e basta. Attorno al 15esimo km, penso “maledetta scarpa, perchè ti slacci?!?”, così, appena dopo il  ristoro mi fermo un attimo e riparto con tutti gli amici che, come me, seguivano i pacer.

 In tanti mi avevano raccontato l’emozione della prima maratona ma solo correndo per alcune zone che ho visto da turista, posso comprenderlo a pieno. Finché non passi dal lungarno e dalla basilica di Santa Croce, con le strade gremite di gente che ti incitano, non puoi dire di aver visto davvero Firenze. Ero talmente immerso in questo panorama, che non sentivo nemmeno la stanchezza fino al famoso e temuto cavalcavia al 35esimo km.

Penso “Alberto, ti fai sempre convincere ad accettare delle sfide impossibili….” ma sono così: mi piacciono le sfide impossibili. Nel mentre, ascolto Gem nelle cuffie, uno dei miei artisti preferiti che mi accompagna da quando avevo i CD masterizzati in macchina, che mi da la carica. Quando  sono a metà del cavalcavia, sento la sua famosa canzone che si conclude con “Numero 10: farcela sempre!”

 

Sull’onda dell’entusiasmo, riesco a superare quella salita, prendo un gellino e continuo ma mi blocco meno di un km dopo… Un dolore alle gambe, tra il quadricipite e il ginocchio, mi costringe a rallentare e staccarmi dai pacer. Davanti a me vedo le ore di allenamento, i lunghi di più di 30 km, le uscite in pausa pranzo. “Non posso mollare”, dico tra me e me. Un dolore lancinante alle gambe divide i miei pensieri: da una parte alcuni mi dicono che non riuscirò a fare un altro passo, altri invece mi incito di continuare e concludere la prima maratona. Il mio spirito analitico riflette “vuoi mollare ora che sei al 90% dell’impresa?!?”. Così continuo rallentando il passo ma, dopo un km di agonia, riesco a rimettermi e riprendere il mio passo.

Nel mentre incrocio una compagna di squadra che mi da la carica per l’ultimo sforzo, vedo il cartello dei 40km, poi quello dei 41… L’ultimo km lo vivo leggero, con una felicità mai provata prima di aver compiuto un’impresa che in pochi credevano possibile che sarei riuscito a concludere (NdR. nemmeno io ci avrei scommesso a inizio anno).



Vedo il traguardo, l’arrivo, il tifo e il Duomo. Una fotografia e una medaglia non riescono a racchiudere tutto quello che ho provato durante quei 42km e 195 metri e forse nemmeno questa riflessione ci riesce.

Keep on running!

LC



1 commento:

  1. Io piango.. Questi racconti sono stimoli preziosi.. Grazie Alby e ancora Complimenti per la tua determinazione 💥

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