lunedì 24 marzo 2025

Amici Mai?

 La scorsa settimana ho iniziato a leggere un libro, "La fatica più bella" di Gastone Breccia. Non è un manuale di tecnica di corsa, tanto meno una guida per diventare corridori forti. 

Gastone Breccia è un docente universitario che per passione ha percorso moltissimi kilometri.

Ha corso la sua prima maratona a Roma nel 1982. Ha ottenuto diversi premi nella categoria dei Master e questo libro è una sorta di riflessione intorno alla corsa da parte di un corridore amatoriale.

Attraverso i suoi racconti mi sono ritrovata più volte ferma, immobile a pensare alla mia esperienza.

Ognuno di noi inizia a correre per un motivo specifico. Si fa presto a iniziare: indossi un paio di sneakers e scendi in strada. Non pensi al passo, non pensi alle scarpe inadeguate, pensi solo che stai facendo qualcosa di bello per te stesso. Magari ne parli con qualche amico e ti organizzi per sgambettare una volta con lui. Poi inizi a guardare app e articoli su "come iniziare a correre".

Ma cosa ti porta poi a continuare?  Ed ecco qui avviene la magia!

La motivazione a correre riguarda quella sensazione di pienezza del vivere. Quel percepire muscoli, tendini, ossa, cuore e polmoni. Quella fatica incredibile e la felicità finale di aver iniziato e terminato qualcosa con le tue sole forze.

La corsa è uno sport individuale direttamente proporzionata alla forza di un gruppo di persone.

Se iniziamo a correre da soli, prima o poi ci ritroviamo a correre con qualcuno. La corsa in solitaria piace a moltissimi ma correre e condividere con il gruppo, rafforza un legame e ne crea di nuovi. Si costruisce una rete amicale che sprona e conforta. Si condividono sacrifici e traguardi, chiacchere e tempo.

Siamo Runners amatori, nessuno ci paga per correre. Non abbiamo sponsor alle nostre spalle e se falliamo non mettiamo a rischio la nostra stabilità economica.

Ma prima o poi il desiderio di fare una Gara arriva. Senti la brama e anche la necessità di metterti alla prova, di capire quanto puoi spingere la tua motivazione e il tuo corpo. 



Sulla griglia di partenza di una gara vivi moltissime emozioni e poi arriva lo sparo e parti.

Hai vicino tantissimi Runners amatori come te. Stai condividendo un pezzetto di strada e di tempo con altre persone.

Ma sono tuoi nemici? 

Come Gastone Breccia condivido il pensiero che per noi corridori comuni, non esistono nemici ma solo avversari che durano il tempo della gara. Nessuno è nemico di nessuno. Possono anzi essere un buono sprono a fare meglio e spingere di più ma nella corsa non possiamo parlare di Nemici.

Possiamo parlare di sana competizione, questo sì. E credo che sia stimolante entrare in competizione con qualcuno per il semplice fatto che ti aiuta a fare meglio qualcosa, sei motivato a esprimerti al massimo e magari anche in modo differente rispetto al solito. Ma nemici No!

La corsa è uno sport interiore.

La lotta è con se stessi: il proprio carattere e il proprio corpo. I risultati che si ottengono sono il frutto della battaglia che abbiamo condotto con e contro noi stessi, contro i limiti che ci poniamo. Il nemico è dentro di noi e le persone che troviamo in una gara sono solo compagni da battere, ma alla fine sono persone che abbracceremo un metro dopo il traguardo. 



La corsa restituisce sempre qualcosa a chi la pratica. Gioia, soddisfazione, amicizia, esperienza, benessere e serenità.
Lo sport è una scuola di vita, la corsa rientra in questa scuola.

Bill Butler diceva "La passione è l'ossigeno dell'anima". 
Allora allacciamo le stringhe e andiamo a riempire la nostra anima di passione!

Vi auguro una settimana ricca di passione e tante buone corse.
La Vostra Ross.

PS. Io vi riconsiglio il libro di Gastone Breccia, La fatica più bella.



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